ricorsonline

Per Voi

martedì 23 settembre 2008


L'Ecopass manda in tilt i giudici di pace a Milano
In pochi mesi un milione di multe, valanga di ricorsi. Pile di verbali invadono le scrivanie e i corridoi al ritmo di 500 al giorno
di Franco Vanni
Faldoni abbandonati in corridoio, pile di verbali che coprono scrivanie, sedie, sgabuzzini. L´ufficio del giudice di pace di Milano si è inceppato, «è vicino al collasso», come ha scritto il coordinatore Vito Dattolico al ministero. In luglio sono cominciati ad arrivare i ricorsi contro le multe per violazione di Ecopass, il pedaggio anti-inquinamento per l´ingresso in centro introdotto il 2 gennaio dal Comune. E il sistema non ha retto. Gli straordinari e il superlavoro del personale di cancelleria non possono nulla contro la valanga di contestazioni, che arrivano al ritmo di 500 al giorno.

I ricorsi arrivano adesso perché si avvicina la scadenza entro cui i cittadini possono impugnare i verbali delle prime multe, quelle relative al periodo di avvio del pedaggio, cominciato fra sistemi informatici in panne e strumenti di pagamento che facevano cilecca. Ricorsi che piovono nel momento peggiore: ad aggravare la crisi di personale ci sono anche le assenze dei lavoratori part time che hanno garantiti periodi di ferie, non retribuite, più lunghi.

Quanti siano i moduli impilati negli uffici non si sa: la statistica si ferma all´8 luglio, poi non si è più riusciti a tenere il conto, nessuno ha il tempo di farlo. Per funzionare l´ufficio necessita di 36 cancellieri, oggi ce ne sono 21, ma solo in teoria, quasi metà sono in ferie. La fotografia dell´ufficio, nato nel 1995 per sveltire i processi, è disarmante: cancellerie chiuse a rotazione, carta che mangia ogni spazio.

Per capire la cronistoria del collasso basta mettere in fila le ultime circolari rivolte al personale: il 28 maggio viene chiesta ai cancellieri una «turnazione straordinaria» a luglio. Il 18 giugno viene chiuso il servizio di assistenza al pubblico «per grave carenza di personale». Lo stesso giorno vengono chiusi a rotazione l´ufficio Sentenze e quello Decreti. La carta si somma alla carta, le pile crescono, tutti gli impiegati servono al piano terra, per ricevere le multe. Il 21 luglio è il giorno del non ritorno: considerato «l´imprevisto aumento delle iscrizioni dei ricorsi», si richiamano tutti gli impiegati a registrare le nuove pratiche «per non meno di tre ore al giorno». E gli altri uffici si svuotano: al Protocollo, una busta arrivata per posta aspetta 20 giorni prima di essere aperta. Alle Sentenze passano sei mesi fra il deposito e la pubblicazione. Le sezioni non vanno meglio: alla Nona Civile, una qualunque, il ritardo nelle notifiche è di quattro mesi.



Dattolico ha invitato i 128 giudici del suo ufficio a non fissare udienze per le eco-multe prima dell´aprile 2009. «È una decisione presa d´accordo con Palazzo Marino, in questo modo diamo al Comune il tempo di esaminare i ricorsi». In pratica: il giudice non riesce a registrare le contestazioni, il Comune decida cosa fare. Palazzo Marino sta valutando la possibilità di annullare le multe, per evitare di buttare via soldi in migliaia di processi.

Fonte notizia: milano.repubblica.it

venerdì 5 settembre 2008

LO DICE LA CASSAZIONE


Passaggio col rosso
Passaggio col rosso: ora si può ricorrere, lo dice la Cassazione
Pubblicato da Giuliano in Mondo auto, Primo Piano.
Venerdì, 5 Settembre 2008.

Semaforo rosso

Chi l’ha detto che chi passa col rosso ha sempre torto….



Insomma, vero è che il semplice fatto di passare col rosso implica una violazione del Codice della Strada e successiva sanzione, come è giusto che sia, ma vero è anche il fatto che non siamo più soli di fronte ad una multa che lasciava all’arbitrio del singolo Pubblico Ufficiale la decisione di sanzionare chi passava col rosso, anche in presenza di eventuali dubbi di fronte al comportamento di un singolo automobilista che non era stato possibile localizzare con precisione per via del fatto che la vettura che conduceva in quell’evenienza era in movimento e a nulla valevano fino a ieri le rimostranze di chi, invece, sosteneva di non aver commesso l’infrazione.


Ma oggi tutto cambia, lo dice la Corte di Cassazione che, con Sentenza n. 21816, ha messo in discussione l’eventualità di una sanzione laddove venga messo in dubbio la legittimità di una multa per via della presenza di uno o più testimoni che possano dichiarare, in sede di ricorso avverso alla sanzione, l’inesistenza della violazione stessa.


Ovvio che tale testimoni al contempo non dovranno incorrere in una querela per falso nel tentativo di scagionare un’automobilista, ma ove ricorrano le condizioni, sussistendo gli elementi tutti per un’errata valutazione dei fatti da wwparte del Pubblico Ufficiale, è possibile prevedere una diversa ricostruzione dell’accaduto grazie alla Sentenza della Suprema Corte la quale afferma testualmente che il caso del passaggio col rosso può prevedere l’errata valutazione dei fatti “non trattandosi di una realtà statica ma di un corpo-oggetto in movimento”

Fonte notizia: www.allaguida.it

domenica 31 agosto 2008

PRIMI TEST ALCOL-DROGA SU STRADE, POSITIVO QUASI 1 SU 2


PRIMI TEST ALCOL-DROGA SU STRADE, POSITIVO QUASI 1 SU 2
dell'inviato Stefano Rottigni

VERONA - Fino all'alba, o quasi, sono rimasti sotto alla tenda del centro mobile di Peschiera del Garda o in quello fisso, attivo da tempo, di Verona. Chi rassegnato alla sospensione della patente e al sequestro dell'auto, chi, nervoso, ha accennato qualche passo di danza, risentendo ancora del ritmo della musica da discoteca, chi, infine, ha azzardato una vibrata protesta, forse nell'estrema speranza di evitare le sanzioni. Sono i 37 automobilisti risultati positivi ai testi antialcol e antidroga tra gli 80 incappati nella rete dell'operazione 'Drug on street', voluta al livello nazionale dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, dopo un'esperienza di un anno a livello veronese.

In una zona con un altra concentrazione di discoteche e pub, dieci pattuglie della Polizia stradale, otto dei carabinieri, quattro della Guardia della Finanza e otto dei vigili urbani di Verona, la notte scorsa, hanno controllato 576 veicoli, identificato 664 persone. Chi è apparso ubriaco o drogato è stato portato nei due centri (per la prima volta non sono stati fatti test sul luogo del controllo). Qui l'automobilista è stato sottoposto da medici ad alcol-test e a quello delle urine per accertare la presenza di droghe.

Se positivo agli stupefacenti, è stato invitato al test del sangue (che si può rifiutare perché invasivo) e, nei casi più gravi, a una visita neurologica per verificare le reattività agli stimoli. E' emerso che in 37 su 80 sono risultati positivi: undici alla droga (cocaina e derivati dalla cannabis), 17 alle sostanze alcoliche, nove ad entrambi. Una percentuale del 46,5% del totale, in linea con i test 'locali' cominciati nell'agosto del 2007 (47,5%). L'automobilista messo peggio è stato portato al centro di Verona del Dipartimento dipendenze. Aveva una percentuale di alcol nel sangue di 3,15 microgrammi per millilitro, quando la soglia consentita è di 0,50. "Un tasso da coma etilico - ha spiegato il direttore del Dipartimento, Giovanni Serpelloni -. Altro che guidare una macchina!". Scontata la confisca dell'auto, che scatta a 1,5 microgrammi. L'esperimento veronese sarà portato dal sottosegretario Giovanardi alla conferenza Stato-Regioni, starà poi a queste ultime decidere se adottarlo o meno, ma già alcune città italiane hanno chiesto di poterlo sperimentare. "E' un modo per prevenire i drammi che si verificano ogni fine-settimana sulle nostre strade - ha commentato Giovanardi -. E la notte scorsa, per via delle pattuglie sul territorio e la pubblicità data all'iniziativa, nel Veronese non si sono verificati incidenti con morti o feriti gravi".

Non è andata così in tutt'Italia: Angelo Creanza, 23 anni, che guidava ubriaco e sotto l'effetto di cocaina, ha ucciso un vigilante nello scontro tra la sua auto e quella guidata dalla guardia giurata ad Altamura (Bari). Creanza è risultato avere un tasso alcolemico ben 4 volte superiore al limite consentito. Altri prelievi hanno poi evidenziato la sua positività all'uso di cocaina. E' stato arrestato per omicidio colposo aggravato. E l'uso di alcol prima di mettersi alla guida sembra non avere età: a Reggio Emilia una patente è stata ritirata per guida in stato di ebbrezza. Al volante c'era un signore di 76 anni.

Fonte notizia www.ansa.it

mercoledì 27 agosto 2008

MULTE UN BOOM NEL 2007

Multe un boom nel 2007

Il nuovo business degli Enti locali sono le multe. Nel 2007 più di un miliardo di euro incassati dai Comuni per le contravvenzioni stradali

Il nuovo Codice della Strada per ora ha ottenuto un successo, l'aumento record, in quasi tutti i Comuni d'Italia, dei verbali di contravvenzione. Dietro le importanti misure volte a garantire una maggiore sicurezza nelle strade delle nostre città, prevedendo sistemi di controllo della velocità automatizzati e cercando di insegnare la disciplina agli automobilisti più spregiudicati, si è individuato un cospicuo business per Enti locali e aziende private fornitrici degli apparecchi per monitorare il traffico cittadino.

Incassi da capogiro che garantiscono alle esangui casse dei Comuni italiani entrate da sogno, delle volte anche superiori alle imposte riscosse. Il merito va sicuramente addebitato agli automobilisti disattenti e sempre più svogliati, che con i loro comportamenti inclini all'illiceità favoriscono il rimpinguo delle casse comunali.

I comportamenti scorretti più multati, secondo quanto stabilito dai verbali dei vigili, sono per parcheggio selvaggio, passaggio con semaforo rosso, sosta vietata, mancato pagamento del ticket di parcheggio, violazione delle zone a traffico limitato. Condotte che violano le norme stradali e che vanno ad esclusivo vantaggio delle amministrazioni comunali. Secondo i bilanci comunali, le città in cui si redigono più verbali sono Milano e Roma, con in media 80 e 60 euro pro capite di contravvenzioni riscosse, anche se tra i più sanzionati capeggiano i cittadini di Caserta, con una media di 120 euro di multe pagate. C'è anche, però, un altro dato da segnalare, ovvero centinaia di milioni iscritti nel bilancio comunale ma mai riscosse. Come accade a Napoli e Palermo, in particolare nel capoluogo partenopeo dei 73 milioni di euro prospettati solo 10 milioni sono stati effettivamente incassati. I motivi di questi ritardi sono addebitabili in primo luogo alla burocrazia e ai ritardi, ma anche alle molteplici contestazioni che non fanno altro che allungare i tempi di riscossione e che nella maggior parte dei casi finiscono per far cadere in prescrizione la sanzione.

I cittadini, intanto, protestano e inveiscono legittimamente, come ha sancito la Cassazione, contro i vigili, convinti che una cosa è sanzionare i comportamenti scorretti alla guida, altra cosa è essere tartassati con verbali a tappeto. Il business delle multe non avrà fine e sarà destinato ad incrementarsi se gli automobilisti non diventano disciplinati, perché in fondo si sa che chi sbaglia paga!

Davida Nunziante Fonte notizia: http://magazine.qbr.it

venerdì 22 agosto 2008

DIVIETO DI MULTA PER GLI AUSILIARI

Gli ausiliari del traffico possono fare multe solo ai veicoli in divieto di sosta. E’ questa in sostanza la sentenza della corte di Cassazione (n. 16777) che ha dovuto decidere riguardo ad un ricorso fatto da un automobilista romana che era stata multata dai famigerati ausiliari per aver camminato sulla corsia preferenziale: la corsia riservata ai mezzi pubblici.

Ebbene la Cassazione ha deciso che gli ausiliari non possono fare multe di diverso tipo da quella di diveto di sosta e che possono decretare la rimozione del veicolo solo in determinati casi stabiliti dalla legge, come ad esempio quando la sosta del veicolo impedisce di accedere ad un altro veicolo regolarmente in sosta, oppure quando l’auto è parcheggiata in doppia fila o negli spazi riservati alla sosta e alla fermata dei veicoli.

Alla donna che aveva fatto ricorso alla sentenza del giudice di pace per incompetenza dell’accertatore è stata quindi annullata la contravvenzione, mentre il Comune di Roma dovrà pagare le spese processuali, che ammontano a 1.200 euro.
Fonte notizia: www.o6blog.it

giovedì 21 agosto 2008

Targa clonata per non pagare le multe ed i pedaggi autostradali

Scritto da IDV Tutela Consumatori
mercoledì 23 luglio 2008
Targa clonata per non pagare le multe ed i pedaggi autostradali: esplosione del fenomeno: decine di cittadini frodati. Ma molti non sono a conoscenza delle gravose conseguenze penali.
Il componente del Dipartimento Nazionale Tutela del Consumatore di IDV, Giovanni D’AGATA ha ricevuto alcune segnalazioni di cittadini che si sono visti notificare sanzioni amministrative o richieste di pagamento del pedaggio autostradale, per presunte violazioni effettuate in luoghi ove le proprie autovetture non sono mai transitate.
Molto spesso si può trattare di un errore degli agenti verbalizzanti o delle società esercenti i servizi autostradali, ma in un notevole numero di casi, si è potuto riscontrare la sussistenza di un fenomeno nostrano: la furbata della clonazione o alterazione delle targhe.
La frequenza con la quale il fenomeno si ripete in determinati territori dello Stato, in particolare Campania, Lazio, Lombardia e Calabria, c’inducono a ritenere che alcuni automobilisti si sono ingegnati modificando artatamente finanche una sola cifra della propria targa, quasi dimenticando che l’alterazione della stessa integra la fattispecie del reato di “falsità materiale commessa in certificati o autorizzazioni amministrative” di cui al combinato disposto degli artt. 100, comma XIV del Cds, e 477- 482 del codice penale.
Tant’è che di recente, segnaliamo il caso di un’automobilista salentino che si è visto notificare un avviso di conclusione delle indagini ex art. 415 bis c.p.p., da parte della Procura della Repubblica di Lecce per aver utilizzato la propria autovettura con la prima cifra della targa alterata.
Pertanto, giova ribadire un concetto imprescindibile affinché s’informi chi non è a conoscenza della gravità di simili contraffazioni: l’eccessivo ricorso da parte degli enti locali ed in particolare di alcuni comuni alle multe “per far cassa” e ripianare i propri bilanci, non può assolutamente costituire una minima giustificazione all’utilizzo di targhe clonate al fine di rimanere indenni dalle conseguenze colpose della propria guida, perché l’epilogo di tutto ciò, oltre a costituire un danno per gli automobilisti onesti, espone ad effetti ben più gravosi ed in particolare alla condanna penale, i disonesti.

Fonte in testa